Arnon Grunberg
L'Unione Sarda,
2019-03-10
2019-03-10, L'Unione Sarda

Quando il destino ci rimette in gioco


Roberto Roveda

L'olandese Arnon Grunberg ama prendersi gioco delle regole e delle convenzioni. Nella sua carriera, per esempio, è riuscito a vincere per ben due volte il più importante premio come miglior scrittore esordiente – ripetiamo "esordiente" – in lingua olandese.

Ci è riuscito la prima volta presentando un romanzo con il proprio vero nome, la seconda, alcuni anni dopo, scrivendo un romanzo con lo pseudonimo di Marek van der Jagt. Una beffa fatta apposta per prendersi gioco dei giurati e scombinare le regole, insomma.

Grunberg è così anche come scrittore: nei suoi romanzi ama sparigliare il mazzo, prendere in contropiede il lettore, lasciare che si addentri nelle sue trame come in un labirinto sempre più avvolgente e intricato. Un labirinto che ti conquista e da cui non si ha troppa voglia di uscire per non perdersi la sorpresa o l'imprevisto che ci attendono alla prossima pagina.

Succede così anche nell'ultimo lavoro dello scrittore olandese, "Terapie alternative per famiglie disperate" (Bompiani, 2019, pp. 432, anche e-book).

Protagonista del romanzo è Otto Kadoke, uno psichiatra specializzato nella prevenzione dei suicidi. Un uomo metodico, Otto, che segue attentamente i protocolli psichiatrici per curare i suoi pazienti, non lascia nulla al caso e ama la calma. Otto lascia sostanzialmente che la vita proceda in maniera lineare, senza scossoni. Oltre al lavoro fa visita alla madre, anziana, malata e assistita da due ragazze nepalesi, Rose e Gloria. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, però l'esistenza di Otto Kadoke si impregna sempre di più di una sottile malinconia; quest'uomo sembra avere dentro di sé fin dalla nascita un destino che gli impedisce di tentare, di osare. Fino a che un giorno Rose, una delle ragazze che si prendono cura della madre, non gli apre la porta vestita solo di un asciugamano e Otto non si lascia travolgere dalle emozioni e dalla passione. La ragazza sembra contraccambiare l'irruenza del protagonista, potrebbe forse nascere qualcosa tra quest'uomo e questa donna ma sarebbe anche troppo semplice e scontato per Grunberg.

Passato l'attimo, Rose abbandona la casa e la cura della madre di Otto assieme a Gloria e si scatena un vero e proprio effetto domino che coinvolge tutta la vita del compassato dottor Kadoke. Le due ragazze aizzano la comunità nepalese contro di lui, Otto si ritrova senza nessuno che voglia occuparsi della madre e scopre che la vita può trasformarsi improvvisamente in un cammino sulle sabbie mobili.

Il protagonista scivola sempre di più nella confusione. Fa errori prima impensabili sul lavoro e nella vita privata. Grunberg allora si diverte a vederlo in difficoltà, lo fa cadere in continui ed esilaranti malintesi ed equivoci. Ogni tentativo del protagonista di risalire la china e di riconquistare l'antico equilibrio va in frantumi e neppure le sue buone intenzioni vengono premiate. Però Otto scopre lentamente che esistono terapie alternative nella vita che funzionano meglio dei protocolli. Comincia a sentire un desiderio sconosciuto, quasi terrificante. Un desiderio di amare, gettarsi ancora una volta nelle braccia di qualcuno anche a costo di cadere nel vuoto.

Otto Kadoke scopre che vivere non può essere semplicemente non morire, ma ci arriva attraverso un percorso non banale, spiazzante, da non raccontare fino in fondo per non perdere il gusto di scoprire le terapie alternative, anzi le vie alternative al racconto di Arnon Grunberg.