Arnon Grunberg
Pickwick,
2004-11-09
2004-11-09, Pickwick

Dolore fantasma


Marilia Piccone

Nel 1994, a 23 anni, l’olandese Arnon Grunberg diventò famoso con il suo primo libro, Lunedì blu, con un protagonista che aveva il suo stesso nome. Storia della mia calvizie fu pubblicato, per scherzo, con un nom de plume, Marek van der Jagd, e questa volta il nome del personaggio principale era Marek. Anche questo libro ebbe un grande successo, scatenando supposizioni sullo sconosciuto autore. Deve essersi divertito moltissimo, Arnon Grunberg, che negò per due anni di aver scritto lui il libro, finché un professore di linguistica di Roma dimostrò - con un programma per computer - che Arnon Grunberg e Marek van der Jagd sono la stessa persona. Da allora lo scrittore ha usato entrambi i nomi per i suoi romanzi, anche contemporaneamente e per lo stesso editore. E’ così che la Instar Libri ha pubblicato a maggio Dolore fantasma come Arnon Grunberg e, a settembre, Gastaad 95-98 firmato Marek van der Jagdt.
Dolore fantasma (Instar Libri, traduzione di Claudia Di Palermo, pp. 275, euro 15.00) è un romanzo sulla ricerca di un padre che dura tre generazioni. Io narrante del libro, Robert Mehlman, padre di Harpo e appartenente alla generazione di mezzo, riveste all’interno del libro il ruolo principale. Una generazione prima di lui, un padre, a sua volta nonno di Harpo, di cui sappiamo poco: pure lui, come il figlio, un egocentrico, un megalomane e un cacciaballe, con alle spalle una vita passata a vantarsi di essere un campione di tennis (malgrado una semplice classifica al 268° posto della classifica mondiale e una squalifica mortificante più che divertente). In ultimo, il figlio e nipote Harpo, che si ritrova con una valigia di lettere scritte dal padre. Lettere in cui Robert Mehlman scrive il romanzo di se stesso, alternando presente e passato con il collante della sua voce, sempre uguale, divertentissima, inconfondibile per il piglio umoristico con cui affronta ogni situazione, per le gag frizzanti di cui sembra avere una scorta inesauribile, per le allegre menzogne in cui resta invischiato e in cui finisce per credere pure lui.
Il passato è la storia del suo incontro, ad Amsterdam, con la ragazza che studia psichiatria e che diventerà sua moglie e la madre di Harpo. Il presente è quello di uno scrittore che ha esaurito la vena ispiratoria e si lancia nella duplice avventura di una storia d’amore con una donna conosciuta per caso e del viaggio con lei, prima nei casinò di Atlantic City e poi in cerca di materiale per un nuovo libro. Scrive della moglie come “principessa delle favole”, che tradisce ma a cui telefona continuamente. All’altra donna il soprannome di “Vaso vuoto”: una compagnia simpatica che gli è di aiuto al momento di scrivere il libro. Sua infatti l’idea: sarà un testo di ricette della cucina ebreo-polacca! Da estroso imbroglione qual è, Robert riesce non solo a farsi dare le ricette di famiglia da una signora di origine ebreo-polacca, ma anche a spillarle soldi per una fantomatica fondazione in memoria della madre con l’improbabile nome di Fondazione della Carpa in Gelatina. Successo oltre ogni aspettativa, critiche che parlano di “forni caldi nonostante gli orrori del passato”. Da romanzo di ricerca di sé e ricerca del padre, il libro di Grunberg si trasforma in una satira esilarante degli scrittori, dei critici e dei lettori, con lo spirito brillante del miglior Woody Allen.