Arnon Grunberg
Diario,
2004-10-22
2004-10-22, Diario

Addio sogni di gloria


Ugo Riccarelli

Arnon Grunberg è oggi, senz’altro, uno dei più interessanti autori contemporanei, capace di sorprendere sia per la qualità di una scrittura sempre al limite tra la realtà e la metafisica, sia per la costruzione di impianti narrativi davvero spiazzanti per il lettore. Tradotto in molte lingue è proposto ora in Italia dalla Instar Libri con questo suo Dolore fantasma, dopo il successo di esordio di Lunedì blu (Mondadori, 1996) e dopo Storia della mia calvizie (Instar Libri, 2003) pubblicato sotto lo pseudonimo di Marek van der Jagt.
Dolore fantasma è un romanzo che, al di sotto di un’apparenza surreale e inconcludente, cela una tessitura profonda e inquietante, un disagio filosofico ed esistenziale raccontato attraverso le gesta di un sorprendente scrittore, Robert G. Mehlman, il quale, dopo aver trascorso la sua infanzia credendo che il padre sia stato un famoso tennista (salvo poi scoprire che in realtà era il268esimo della classifica mondiale), passerà il resto della sua vita a fingere di essere uno scrittore di successo. Inseguito da creditori, ignorato dal pubblico e dagli editori, dentro una realtà dalla quale egli tenta continualente di sfuggire creando ogni volta nuove illusioni nelle quali credere, Mehlman è mezzo Don Chisciotte, combattente sognatore, e mezzo caustico Barney Panofsky della Versione di Barney (Adelphi). In questa sua lotta con i mulini a vento della condanna esistenziale, Mehlman è sempre in cerca di nuove illusioni in cui credere come di una via di fuga che gli permetta di uscire da una realtà della quale non riesce e non vuole assumersi alcuna responsablità. Così, anche il tardivo e strepitoso successo del suo ultimo inusuale e improbabile libro di ricette culinare ebraico-polacche, non servirà a superare il desiderio di illusione che si stempererà, dolorosamente, in una malinconica follia finale.
Tessuto attorno alla continua (e spesso divertente) sequenze di vicende che costruiscono la vita di Mehlman, Dolore fantasma ha il merito di ruotare attorno a temi profondi con levità e, allo stesso tempo, la potenza della buona letteratura, attraverso la costruzione di brevi incastri progressivi, di ritorni spazio-temporali e, soprattutto, attraverso le gesta di un protagonista che ha tutti i crismi di quei personaggi che possiedono tutte le qualità letterarie adatti a farli diventare beniamini dei lettori. In Robert G. Mehlman, infatti, Grunberg riesce a sintetizzare con grande maestria, tali e tanti tratti da rendere evidente e chiaro il peso della condizione umana, del difficile rapporto tra i nostri sogni, tra i desideri e il nostro continuo intreccio con il dolore esistenziale.